Disegnare è il mio modo personale di esprimere chi sono. Ho scelto questa forma di comunicazione per farmi ascoltare. Fortunatamente l’ho avuto chiaro fin da bambina e le condizioni esterne mi hanno sempre permesso di dedicarci il tempo che desideravo.
Ricordo perfettamente la frustrazione che provavo da piccola quando non ottenevo i risultati che avevo in mente. Dovevo solo darmi tempo, imparare a osservare bene le cose e padroneggiare la tecnica, ma ero impaziente, volevo tutto subito.
Ho avuto una famiglia che mi ha incoraggiata e ho potuto scegliere la strada che sentivo più mia. Il punto zero del mio percorso di studi artistici è stato il Corso di Tecniche Grafiche e Pittoriche frequentato a Firenze, a Palazzo Spinelli, noto per i suoi corsi di Restauro. In quegli anni ho conosciuto il mondo della grafica artistica con la possibilità di sperimentare tutte le tecniche di stampa: acquaforte, acquatinta, xilografia, litografia ed è in quegli anni che ho potuto affinare la tecnica al tratto che oggi ritrovate nei disegni di Modoro.
Poi per tantissimi anni non ho più fatto un disegno al tratto, solo acquarello, ma come dice il vecchio adagio “impara l’arte e mettila da parte” quando è arrivato il momento giusto ho rispolverato la tecnica e ho deciso di renderla il mio tratto distintivo.
Decidere di disegnare il cibo utilizzando semplicemente un pennarellino nero su cartoncino bianco è stata una scelta ponderata, avevo la necessità di essere riconoscibile nel mare magnum degli illustratori.
Il primo pattern che ho disegnato e fatto stampare su tessuto è stato quello del tortellino, poi ne sono seguiti tanti altri. Ora mi sono riproposta di crearne almeno quattro nuovi ogni anno, uno per stagione.
Ovviamente è difficile scegliere il preferito, sono tutti figli miei, ma l’ultimo, il nuovo nato, ha sempre un posto di riguardo!
Si tratta del pattern delle aromatiche e se posso dire la mia, il cestino portavaso mi piace proprio tanto e in cucina sta che è una meraviglia!
Ho già in mente le prossime uscite, non vedo l’ora di produrre nuovi disegni, ogni volta è una sfida e sono sicura che quello che mi muove è il desiderio di non provare mai più quel senso di profonda delusione che ho sperimentato da bambina davanti ai miei fallimenti.
Cerco sempre di migliorarmi in quello che faccio, progredire credo che sia il regalo più bello che ci si possa fare per darsi l’opportunità di sentirsi realizzati e soddisfatti di noi stessi.